Chi istruirà gli istruttori?
Chi insegna a sparare ai neofiti è davvero in grado di farlo?
Il grande poeta latino Ovidio scrisse “QUIS CUSTODIET CUSTODES ?” (in buona sostanza “chi farà la guardia ai guardiani?” o, se preferite, “chi sorveglierà i sorveglianti?”). Parlando di approfondimento delle tecniche base ed anche “avanzate” del Tiro a Volo, noi potremmo oggi chiederci: “CHI ISTRUIRA’ GLI ISTRUTTORI?”.
L’argomento non è certo banale e scontato come potrebbe apparire a prima vista e si presta ad essere affrontato da due diverse angolazioni.
Cercherò di spiegarmi meglio: da un lato abbiamo “Maestri di Tiro” federali, volenterosi e muniti di apposito diploma attestante la loro specifica competenza tecnica, acquisita con sacrificio a seguito di apposito corso indetto dalla FITAV e della durata di ben tre giorni!
E’ pur vero che -a suo tempo- dopo “tre giorni di ritiro” ci ritennero pronti a ricevere la Prima Comunione e pure la Cresima… Ma, allora, viene da pensare che -senza offesa- pure per diventare “Istruttori federali” siamo affidati allo Spirito Santo ed è per questo che la “scienza infusa” tramuta in così poco tempo un “T.G.M.” (“Tiratore Generico Medio”) in un “Esperto Competente”, in grado di insegnare agli altri i rudimenti di tutte le discipline del Tiro a Volo (… quasi un “Pentecostale”, che viene compreso da chi parli qualsiasi lingua).
Comunque, va riconosciuto che si tratta pur sempre di Colleghi che sacrificano il loro tempo per amore verso il Tiro e non ci guadagnano certamente con l’attività di Istruttore.
Inoltre essi svolgono un compito insostituibile nei confronti dei giovani e giovanissimi iscritti ai Centri “C.A.S.”, consistente nel dare al ragazzo/a un “punto di riferimento” qualificato in pedana, che non sia il genitore dell’interessato/a, talvolta fuorviante per mille motivi, ancorché in buona fede.
Pertanto, si potrebbe concludere questo primo aspetto della questione argomentando che, se il tempo previsto per “diplomare” gli Istruttori federali è apparentemente limitato, essi tuttavia vengono da anni ed anni di pedana e vanno comunque apprezzati sia per l’impegno, sia per la buona volontà, che spendono senza risparmio e “a fondo perduto”, quasi sempre solo per intima soddisfazione, arricchita da qualche “grazie” proveniente da rari genitori sensibili (essendo, purtroppo, molti di più i padri che criticano apertamente il “Maestro” del figliolo, mentre loro sono dei pescatori mancati che un giorno -per sbaglio- in Armeria hanno acquistato un fucile intero, anziché una canna!).
D’altro canto (venendo al secondo aspetto citato in premessa) appare meritevole -si fa per dire- di una qualche menzione il recente fenomeno degli “Istruttori blasonati” (leggi “campioni”), che si concedono a pagamento presso questo o quel Campo, ove tengono appositi “STAGE a numero chiuso” per tramandare l’arte a chi sia desideroso di apprenderla ed abbia più o meno 150,00 Euro da spendere (sempre per 3 giorni!).
Per la serie: “Cosa cerchi, o Profano?”
Risposta: “La Luce!”, come nei giuramenti di massonica memoria…
Può non apparire giusto che dei privati (ancorché laureati campioni e, come tali, già sufficientemente ripagati e coccolati dal mondo del Tiro, oltreché quasi tutti anche a stipendio fisso, essendo arruolati in qualche Corpo dello Stato) lucrino ulteriormente sull’ansia di apprendimento di neofiti (più o meno giovani) disposti a spendere per far parte del citato numero chiuso nei loro periodici “stages”.
Quanto sarebbe più bello e nobile -viene da chiedersi- se i Campioni veri mettessero gratuitamente a disposizione (soprattutto dei ragazzi…) la loro indubbia competenza, dal momento che essi sono fra i pochi appassionati che con il Tiro a Volo ci campano, anziché rimetterci ?
Ah, che inguaribile idealista…