Grande gara
La vita nostra è tutta una "grande gara", in sintesi.
GRANDE GARA
Ieri sul nebbioso impianto, forte di ben sette Campi funzionanti, sembrava di essere dentro un bicchiere di acqua e anice! I piattelli sprofondavano nel limbo grigio subito dopo la chiamata e per alcuni non è stato possibile dargli la seconda fucilata: chissà se li avremo davvero presi “di prima”?
La Grande Gara è andata avanti lo stesso e, dopo un patetico 23 iniziale, ho ritrovato il coraggio e me stesso: la seconda serie ha fruttato un 25 (tondo, tondo…)e la terza un bel 24!
Penso sinceramente che il buon Giudice non mi abbia suonato più di qualche zero, perché non era in grado di poter vedere se il piattello avesse fatto “cocci” o si fosse allontanato sano.
Per non sbagliare sia lui, sia il resto della Giuria non hanno detto nulla e così ho potuto chiudere a 72 su 75. Speriamo che anche domani, il tempo sia come oggi, per gli ultimi 50 piattelli…
Ma si teme che ci sarà il sole e, con esso, la luce!
Oggi, effettivamente, intorno alle nove del mattino il cielo è apparso sereno, ma la tramontana –che ha portato via la caligine densa e le nubi- ci frusta in pedana come derelitti e, guardandoci l’un l’altro noi della medesima batteria, battiamo i piedi in terra e ci interroghiamo con gli occhi: “Ma chi ce lo ha fatto fare, a stare qui proprio adesso?”.
Non posso neanche lamentarmi, però: perché questo è il mio lavoro, la mia Vita!
Se dico qualcosa, i colleghi di pedana mi rimproverano bonariamente con frasi sarcastiche e un po’ scaramantiche: “Ma che? Vuoi vivere bene senza fare sacrifici?” oppure “Lascia piangere a noi…Che paghiamo pure per stare qui!” o, meglio di tutte: “Dai, che a Pechino farà meno freddo….” e cose così, che –dopotutto- mi fanno piacere.
Oggi non è andata male: 24 alla prima serie e 25 alla seconda. Un bel 49 è sempre ben accetto, soprattutto dopo il 72 di ieri! Poi, con questo tempo alterno… è già un miracolo.
Alla premiazione, gli “sponsor” vogliono che tenga tutto in mano sul podio: fucile, cartucce, berrettino, scudetto…. E la fanfara squilla forte mentre salgono lente sui pennoni le nostre bandiere policrome: il tricolore è al centro!
Poi la folla che tira e preme da tutte le parti: amici, conoscenti e sconosciuti che quasi ti spogliano per avere un ricordo della giornata…
A malapena salvo il fucile e il giubbino: tutto il resto è diventato un “souvenir” del Grande Campione che ha vinto la Grande Gara.
Che fatica! Ma tu guarda che si deve fare per campare….
SINTESI
“Che bel bambino! Lo chiameremo Pasqualino…”
“E’ una vera peste, il mio Lino… Sta sempre a correre su e giù per casa e fa pum-pum con quel fuciletto che gli ha regalato suo papà!”
“Prova a sparare spostando la faccia più avanti sul calcio e… stai fermo sulla chiamata, giovanotto!”
“Pensa a studiare, figliolo! Che se riesci a laurearti col massimo dei voti ti regaliamo quel Perazzi nuovo che tanto ti piace… Stavolta anche la mamma è d’accordo.”
“Amore, pure questo fine-settimana vai in giro a fare gare?”
“Papà, quando mi fai sparare anche a me? Ormai sono grande…”
“Scegli, micione! O me o il tiro…Non sono mica tua moglie, io!”
“Dottore, venerdì prossimo verrà la delegazione degli industriali dalla Papuasia per quella fornitura di trivelle per i pozzi petroliferi… Ma, come?… Lei parte per partecipare a una gara al Piccione in Spagna?”
“Mio marito è sempre stato fissato per il Tiro a Volo, ma non ci ha mai fatto mancare nulla; pensate che anche da poco si è comprato un altro fucile! Mi pare si chiami SO5 o qualcosa del genere…”
“Commendatore, se premo qui… le fa male?”
“Hai visto che non prende più un piattello?”
“Niente di grave, caro amico. Certamente è tutto a posto ma, per prudenza, sarà bene ripetere la risonanza magnetica…”
“In verità un campione non lo è mai stato, anche se saranno più di cinquant’anni che spara.”
“ Lui in pedana c’è sempre… Sì, sì …è proprio simpatico!”
“Avete notizie di Lino?”
“Sarà due mesi che non viene a sparare…”
“L’ho visto due domeniche fa a Montecatini… Non ce la faceva a finire la serie!”
“Hai saputo di Lino…?”
“Ci voleva così bene, povero nonno Lino: in fondo anche lui era come un bambino.”