Il guerriero della pedana
La costante dedizione alla causa del Tiro come stile di vita.
Quando penso alla fatica e ai costanti sacrifici necessari per allenarsi ad una “Buona Gara” (anzi, prima ancora, all’impegno indispensabile per imparare ad allenarsi), mi rendo conto che un Tiratore, ancorché “alle prime armi”, deve essere sorretto da tanta, tanta passione.
Nei discorsi che si ascoltano sui Campi si pone, invece, più spesso l’accento sulle possibilità economiche, sul tempo sottratto alla famiglia ed al lavoro per andare a sparare, sul pregio e la giustezza del fucile utilizzato, sull’efficacia delle cartucce preferite e – addirittura- su cosa si sia mangiato a pranzo prima di una gara, trascurando di menzionare quella che per me è la qualità più importante: la costante dedizione alla causa del Tiro.
In buona sostanza, si tratta di quella sensazione emozionante che ti prende e ti fa sembrare -per un istante- il Tiro più importante di tutto e di tutti!
Insomma, uno stato d’animo totalizzante che diviene, con il tempo, uno stile di vita.
Confesso che tutto quanto vado argomentando in proposito si trova concentrato nel seguente pensiero:
Dice il poeta: “il guerriero della pedana sceglie i propri nemici.
Egli sa di cosa è capace, non ha bisogno di andare in giro a parlare delle proprie qualità e dei propri pregi. Eppure, compare continuamente qualcuno che vuole dimostrare di essere migliore di lui.
Per il guerriero non esiste migliore o peggiore: ognuno possiede i doni necessari per il proprio cammino individuale. Ma certuni insistono, provocano, offendono, fanno di tutto per irritarlo.
In quel momento, il cuore gli dice: ‘Non accettare le offese: esse non aumenteranno la tua abilità. Ti stancherai invano.’
Un guerriero della pedana non perde il proprio tempo ascoltando le provocazioni: ha un destino che deve essere compiuto.”
In bocca al lupo ai Campioni “veri”.