Tiro al piccione all’estero
Non potendo tirare al Piccione nel nostro Paese, chi può si reca all’estero per importanti gare al volatile.
Constatato l’interesse (e oserei dire “la passione”) suscitati in alcuni “fruitori” del sito, a seguito della pubblicazione nella rubrica del “grillo” di alcuni brani dedicati al Tiro a Piccione, mi accingo con vero piacere a scriverne ancora, nella certezza di fare cosa gradita almeno ad alcuni lettori.
Dunque, come noto, i nostri integerrimi Legislatori (sotto la spinta della “opinione pubblica” favorevole), oltre dieci anni orsono hanno proibito -con argomentazioni dotte e “pallottolose”- il Tiro a Piccione nel nostro Belpaese.
Come già detto altrove, in nome della civiltà si fanno grandi cose e siffatte brutture in un Paese (cosiddetto) civile andavano eliminate!
Sorvoliamo, per non essere ripetitivi, su altre “piaghe sociali” ben più gravi e riprovevoli, quali prostituzione minorile sotto gli occhi di tutti, proliferare sul WEB di siti pedo-pornografici orrendi, trapianti clandestini di organi in cliniche compiacenti da “donatori” (chiamiamoli così) non consenzienti, sfruttamento di lavoratori extra-comunitari irregolarmente presenti sul territorio nazionale: basta così o devo proseguire l’elencazione?
Bene (anzi, male!):
questi “soloni trinariciuti” (come sono stati ben definiti in un intervento sul GB) hanno salvato la Patria, la faccia ed il decoro nazionale abolendo una disciplina sportiva amata da tanti e sempre praticata con signorilità e discrezione.
E sia: ormai è andata così.
Certo, pochi fortunati e ben abbienti (leggi “ricchi”) possono tuttora prendere l’aereo e recarsi a disputare gare importanti al volatile in altri Paesi, sia vicini, sia lontani (Spagna, Portogallo, Marocco, Argentina ed altri), certamente non meno civili del nostro.
Ovviamente, all’estero sono ben contenti, in occasione di grandi gare al Piccione, di accogliere la comitiva degli “Italiani, brava gente”, simpatici, allegri, casinisti e generosi con le mance!
Come biasimarli, questi organizzatori stranieri: se da noi sono stati tanto furbi da proibirci di sparare ai volatili, è anche giusto che qualcun’altro se ne avvantaggi…
Peraltro, l’acume di noi italiani è tale che, all’epoca del referendum sul nucleare a scopi pacifici, la maggioranza dei votanti -come ricorderete- si pronunciò compatta contro la prosecuzione della ricerca nucleare per la produzione di energia elettrica! Centrali nucleari quasi ultimate, costate miliardi di lire dell’epoca (e manco pochi) vennero di fatto “smantellate”, perché la tanto sbandierata loro “riconversione” sarebbe stata troppo onerosa (un esempio per tutti: Montalto di Castro nell’Alto Lazio).
Poi, i nostri acuti governanti come hanno fatto fronte al fabbisogno energetico nazionale, la cui domanda è stata fino ad oggi in costante crescita?
Nessun problema: basta pagare! Si importa energia elettrica “pulita” dalla vicina Francia (che ben volentieri ce la vende a peso d’oro), la quale la produce in modernissime “centrali nucleari”, site non lontane dai nostri confini. Così almeno siamo sicuri che, in caso di fuga radioattiva, il vento un po’ di nube tossica ce la porta pure a noi!
Questo è: come nella canzone di De Gregori, dove le bombe intelligenti “uccidono le persone ma risparmiano gli scoiattoli…”!
Perché, dunque, prendersela più di tanto?
Nei Paesi confinanti o limitrofi, si possono fare cose che da noi sono vietate e considerate riprovevoli: manco confinassimo con la PAPUASIA!
Certo è patetico -senza offesa- vedere (peraltro con poco risalto) i risultati del “campionato italiano di tiro al Piccione” disputato in terra straniera, ben sapendo che esso “non dice il vero”: nel senso che non rappresenta la situazione reale, dal momento che la gran parte di quelli che parteciperebbero a tale campionato non si possono permettere di andare all’estero a fare gare.
Ad ogni buon fine, contentiamoci: almeno qui da noi ci si può lamentare… anche se non frega niente a nessuno!