Il bancario da pedana
I praticanti della pedana suddivisi per categoria… umana.
Una menzione a parte, fra le varie “categorie umane” che frequentano i Campi di Tiro della penisola, meritano i “Bancari” od ex-tali che, dopo una vita trascorsa fra le aride cifre o negando i mutui alla povera gente in difficoltà economica, finalmente –raggiunta la meritata pensione- si sono dati al Tiro a Volo!
Veramente, se ne incontrano anche in attività lavorativa, ma questi sono ovviamente più “affaccendati” e giustamente preoccupati dal negativo andamento della finanza mondiale, così da essere meno inclini a dispensare pareri, opinioni, consigli e a trinciare giudizi.
Gente seria per definizione, come se avessero tutti lavorato nella Banca che si vede nel film di “Mary Poppins” (vi lavorava il severo padre dei due ragazzi, mi sembra di ricordare…), persone positive e concrete, abituate a campare bene con i soldi degli altri e, perciò, molto attente ai propri (che non vorrebbero mai cacciare fuori), adesso –dopo una vita di “quattordicesime”, “quindicesime” e premi di produzione- passano l’esistenza residua sulle pedane d’Italia, non assillati da altra preoccupazione che il trascorrere del tempo, avendo oculatamente “messo bene a frutto” ed al riparo dall’inflazione la loro cospicua indennità di buonuscita (quella ufficiale e quella ufficiosa dell’Istituto di Credito, che per taluni è stato anche uno “scivolo”, affinché si togliessero di mezzo con qualche anno di anticipo!).
Ad ogni buon fine, i Sigg. Bancari –beati loro- non avendo più da analizzare le proiezioni finanziarie mondiali, l’andamento quotidiano di Wall Street ed il crollo ineluttabile dei “bond” argentini (che pure avevano garantito a suo tempo, con la mano sul cuore, a massaie e pensionati statali), si sono scoperti –pensate un po’- esperti di fucili, balistici ed anche “calcisti” (ovviamente, tutto a parole!…).
Pertanto, la domenica sui Campi, fra i capannelli delle persone vocianti in attesa del loro turno di tiro e nell’intervallo fra una serie e l’altra, dentro e fuori la “club-house” capita spesso di assistere alla “performance orale” (è il caso di dire…) del bancario di turno che –pur premettendo di essere una vocazione adulta del Tiro a Volo e di aver cominciato a sparare da poco tempo- argomenta con notevole presunta competenza sugli incrementi del prezzo del piombo alla fonte, talché ora le cartucce costeranno sempre di più ed anzi, il prezzo delle munizioni non si fermerà per i prossimi anni, come quello della benzina!
Oppure, il nostro affronta lo spinoso problema del costo di un fucile da tiro usato, alla luce del cambio fra lira ed euro, imbarcandosi in affermazioni del tipo: “Se un sovrapposto “Beretta SO4”, che non è più prodotto da almeno quindici anni, nel 2000 costava sei milioni di lire, perché adesso che è più vecchio ed usato di sei anni, deve costare seimila euro?” ed altre amenità del genere che lasciano il tempo che trovano, ma che sono tutte volte al fine di raccontare la storia a seconda di quale personaggio si vuole interpretare nella medesima.
Infatti, se il bancario deve vendere un fucile suo ha in mano l’oro; ma se lo deve comprare, la medesima arma è un volgare ferrovecchio!
Per la serie “COMPRO STRACCI – VENDO SETA”, che più e meglio si attaglierebbe ai commercianti di abbigliamento e tessuti che non, appunto, ai Bancari.
Ma, del resto, è come quando si va in banca per un’operazione finanziaria: se i soldi li portate voi e li depositate, non vi danno nulla ed anzi vogliono un “grazie” perché vi fanno il favore di tenerveli, salvandoli così dai ladri e consentendovi di fare assegni e di pagare col “bancomat” (tale ringraziamento si chiama “spesa fissa trimestrale di tenuta conto” ad interessi 0%); mentre, la musica cambia se i soldi andate a chiederli in prestito: allora –semprechè abbiano deciso di prestarveli- nonostante i prospetti e le invitanti tabelle in nome della “trasparenza bancaria”, vi accorgere di quanto vale il denaro… degli altri!
Altri soggetti (logorroici come se dovessero sempre convincere gli astanti ad affidargli tutti i loro risparmi per investirli in un qualche “fondo miracoloso” di Vaduz nel Paese dei Balocchi), si ritengono balistici competenti ed argomentano senza sosta di cartucce, polveri, rosate, numeri di piombo e strozzature di canne, col piglio deciso e le parole ultimative di quando dicevano al povero debitore in difficoltà che l’Istituto non poteva concedere la chiesta proroga di pagamento!
Se qualcuno degli astanti dissente -perché anche per le castronerie sui Campi c’è una “dose giornaliera” che non può essere superata- allora si “piccano” che la loro parola possa essere messa in dubbio e reagiscono con frasi comiche tipo: “Ma voi che dite? Io ogni mese, tramite un mio collega della filiale di Londra, ricevo una rivista inglese di Tiro che mi traduco da solo e lì c’è scritto tutto. Io so cose che voi non sapete!…” oppure “Le eliche conviene farle fare in Papuasia e non qui da noi; lì dove la mano d’opera costa un terzo e il cambio per i pagamenti è favorevole… Con tutto il trasporto via-container, te le portano a domicilio a metà prezzo e così la Società ce le potrebbe far pagare meno anche a noi tiratori…” e così via.
Certo, dopo tanti anni con questa mentalità non si può certo pretendere che il Bancario-Tiratore si comporti diversamente solo perché si trova a sparare per divertimento e/o per passare il tempo…
Eh, ci vuole pazienza!
Tutti (inteso come “Tutti i Tesserati FITAV in possesso di regolare Porto d’armi”) hanno diritto a sparare ed a trascorrere il loro tempo sui Campi di Tiro…
Qualcuno, a questo punto, potrà osservare che gli aspetti “caratteriali” sopra ironicamente descritti si possono attagliare a tanti tipi di tiratore/praticante e non solo ai “Bancari”…. Si, forse è così.
Però, fateci caso, se uno ha trascorso una vita in banca –ambiente istituzionalizzato e fortemente condizionante- si riconosce al Tiro come apre bocca e difficilmente sarà diverso da come si è detto…
Datemi retta: “io so cose che voi non sapete!…”