Concentrazione in pedana e ripetizione costante del gesto atletico

Mantenere la concentrazione in pedana per tutta la durata della serie è più difficile che rompere i piattelli stessi.

Da più parti giungono richieste (scritte anche sul “Guestbook” del nostro sito) di consigli, suggerimenti e pareri su come ottenere (e, meglio ancora, “mantenere”) la concentrazione in pedana durante tutta una serie di Piattello-Fossa o di altra specialità tiravolistica.

Premesso che, se avessi la capacità di rompere tutti i piattelli a cui sparo, non sarei qui oggi a scrivere su questa rubrica (con tutto il rispetto…), ma starei facendo le valigie per andare a Pechino a vedere i Campi che stanno preparando lì per la prossima Olimpiade!

Detto questo, anche alla luce di esperienze altrui e soprattutto di Tiratori certamente più bravi ed esperti di chi scrive, ho potuto –in buona sostanza- notare una cosa che reputo importante condividere con voi: a metà serie (o, meglio ancora, dopo il 15° piattello circa) subentra spesso in chi spara una apparente “noia”… che noia non è! Ma che, comunque, fa spesso mettere tre o quattro zeri in fila (o quasi), talchè la serie ne esce irrimediabilmente compromessa.

Certo, proviamo a pensare: stiamo sparando; stiamo andando abbastanza bene, abbiamo solo uno zero fatto sul settimo piattello (che obiettivamente era difficile, con vento a suo favore…); siamo al 16° piattello e –inspiegabilmente- sbagliamo un centrale di terza pedana che è un “dritto perfetto”!

Che accade? Non lo sappiamo e, mentre cerchiamo ancora una ragione a ciò, siamo capaci di arrivare al 20° piattello a forza di… campanello!

Taluni, per darsi un tono con gli amici a fine-serie, forniscono spiegazioni farraginose ed improbabili, riconducibili –di volta in volta- a “noia”, stanchezza, pranzo eccessivamente abbondante accompagnato da un fiasco di Chianti, poco sonno la notte precedente, “performance” notturne spericolate per soddisfare la partner che altrimenti non li avrebbe mandati oggi a fare la gara ed altre simili amenità, che lasciano il tempo che trovano.

Al riguardo, mi permetto di azzardare invece un’altra ipotesi, condivisa da molti (ma questo non significa granchè…), che è la seguente: ritengo che tale improvvisa “flessione” di rendimento a due terzi della serie, soprattutto se si ripete di frequente nello stesso Tiratore, sia frutto di una emotività (= ANSIA) che l’interessato non riesce più a tenere sotto controllo, per motivi i più vari.

Potrei improvvisare alcune motivazioni connesse, ma non verificate da alcuna ricerca scientifica in proposito, come ad esempio, la constatazione di essere immune (od avere –poniamo- un solo zero) intorno al 21° piattello, con il conseguente “carico di responsabilità” di dover provare a chiudere la serie a 25… (od a 24).

Oppure, l’eccesso di sicurezza che deriva dal fatto che “oggi i piattelli sembra si rompano da soli: fumano come turchi, basta addrizzare le canne da quella parte!” od anche il pensiero improvviso (e “punitivo”) di ciò che la nostra famiglia avrebbe desiderato fare questa domenica pomeriggio, se noi avessimo rinunciato a venire a sparare!

Queste sono soltanto alcune “fattispecie” di stati d’animo negativi che ci possono attanagliare all’improvviso (appostati dietro l’angolo come un brigante di strada…) dopo il 15° piattello in pedana, mentre stiamo andando sicuri (?) verso la meta.

Che fare, in questi casi?

Taluni cercano di “compensare” con pensieri lieti e gratificanti (tipo “notte precedente”, “goal di del Piero all’Inter”, “parata di Buffon sul tiro di Gilardino”, “la segretaria trentenne che ieri ci ha sussurrato una frase intrigante del tipo ‘a me gli uomini con un po’ di pancia sono sempre piaciuti’…” e cose così), ma i risultati sono scarsi.

Anzi, talvolta, anche i pensieri piacevoli contribuiscono ad aumentare l’emotività, che si mischia a stimoli negativa imprevedibili provenienti sul momento dal contesto ambientale…. Insomma, un’apocalisse!

Per quando ci riprendiamo… altro che la “bicicletta” di Cipollini! La nostra riga sulla lavagna è un “autotreno con rimorchio”!

Improvvisamente, a questo punto, compromesse definitivamente serie e gara, ritroviamo il nostro equilibrio e la piena consapevolezza del “gesto atletico”, talchè senza alcuno sforzo “fumiamo” gli ultimi quattro o cinque piattelli di prima canna e ci sembra impossibile avere fatto -poco fa- quella nefasta “barca di zeri”!

A conclusione di questo tentativo di spiegazione circa la tanto diffusa flessione di rendimento a metà serie, occorre evidenziare come taluni Tiratori temano oltremodo lo zero, tanto da quasi “invocarlo” (loro malgrado) e, fintantoché non ne hanno fatti almeno un paio, non si acquietano e non trovano il tempo giusto di fuoco!

Sembra incredibile, ma capita a molti e più spesso di quanto si possa credere: osservate noi Tiratori Generici Medi durante una competizione “importante”, soprattutto durante i Gran Premi FITAV di una volta (quelli a 100 piattelli “non a scorrere”, tanto per capirci). Vedrete di quanto masochismo siamo capaci, cambiando tempo ad ogni piattello finchè lo zero arriva, inesorabile; e magari –dopo una seconda canna- ne arriva un altro!

Dopodiché, improvvisamente rasserenati, diamo prova di “grande fermezza in pedana” e magari andiamo avanti bene per tutta la serie residua… per poi sbagliare platealmente gli ultimi due piattelli e chiudere con il nostro solito punteggio: 21…!

Eh… siamo proprio nati per soffrire!

Ma ricordiamoci sempre che l’importante non è quello che troviamo alla fine nel montepremi, ma ciò che proviamo durante la gara.