Una vita in pedana

Sembra ieri che abbiamo iniziato a sparare e molti di noi Tiratori hanno ancora un grande avvenire… dietro le spalle!

Il ragazzo Carmelino Cozzamara detto “lino”, frequenta la terza media e sta sparando una serie al Piattello-Fossa sul campetto a gestione familiare dove suo padre, l’agiato Cav. Anacleto, grossista di pesce congelato, lo ha accompagnato una domenica mattina. Al termine, pur avendo fatto non più di 13, il maestro del Campo dice al Cavaliere: “Questo ragazzo promette bene…. Con un po’ di scuola e di allenamento ne potremo fare una promessa per la Federazione! Certo, ci vogliono passione, costanza, sacrificio, impegno…”.
Lino vede all’orizzonte un cielo di fiordaliso, gravido di speranze e successi: le strade paiono tutte in discesa.

Il giovane Lino, al quinto anno di liceo, sta completando la quarta serie al “Criterium” per Giovani Speranze e Juniores di Trap e, grazie al calcio del fucile fatto fare su misura e alle nere cartucce “RC” da 24 grammi col piombo 7 e ½ (quelle che hanno vinto le Olimpiadi…), chiuderà a 92 su 100. L’esperto federale di turno incoraggia padre e figlio a proseguire in quanto c’è spazio per emergere, in questo particolare momento. All’orizzonte le nuvole si accavallano, sospinte dal vento laterale, assumendo varie forme e dimensioni… Adesso sembra quasi di vedere una coppa, un trofeo, qualcosa del genere: enorme, solido, a portata di mano.

Il 30enne Lino Cozzamara, importatore di alimenti conservati da tutto il mondo, trova comunque il tempo di calcare le pedane di Trap e partecipa a tutte le grandi gare, sfidando le ire della giovane moglie e dell’amministratore della società, benché suo dipendente, per le frequenti e prolungate assenze in occasione delle competizioni. Spara bene… Anzi, adesso è nella piena maturità come Tiratore. Il suo fucile, rigorosamente tutto su misura, è costato quanto l’automobile di rappresentanza che ha comprato per la ditta, ma basta non farlo sapere alla bella “signora”…
Le strade ora sono pianeggianti, anche se all’orizzonte le nuvole non sono più così espressive come prima; eppure, una volta tempo addietro, gli era addirittura parso che nel cielo color indaco si formassero i cinque cerchi olimpici… Ma doveva essere stato un caso o forse si era sbagliato.

Lino, 50enne commerciante di successo, cerca di portare al tiro almeno uno dei suoi tre figli (due maschi e una femmina), ma questi –pur essendo ragazzi rispettosi- non ne vogliono sapere. Peccato: magari potevano diventare bravi tiratori come il padre!
Certo, anche per lui adesso non è più come una volta, quando i piattelli sembrava si rompessero da soli, semplicemente addrizzando le canne da quella parte e sparando qualsiasi tipo di cartuccia… Tutte (o quasi) palle nere a quindici metri dalla buca! Comunque, ancora se la cava, sparando “d’esperienza” e dominando ora perfettamente la tensione emotiva che, in passato, era invece stata la sua croce sui Campi del mondo.
Il cielo all’orizzonte è sempre più spesso grigio e sembra, in certi momenti, avere quei riflessi di puro cristallo, bellissimo a vedersi ma le rare nubi non disegnano più scenari allettanti e talvolta, per arrivare in fondo alla serie in pedana, la strada è in salita.

Il benestante Lino, 67enne ex-grossista alimentare, validissimo “Master” di Fossa, ha lasciato ai figli la conduzione dell’azienda di famiglia e così, essendo finalmente libero di poter disporre del proprio tempo, praticamente ogni giorno frequenta qualche campetto a conduzione familiare (come quello dove aveva iniziato), anche solo per passare la giornata, anche se non spara…
Infatti, a causa di un fastidioso e persistente dolore alla spalla destra che a volte lo tiene sveglio anche di notte, Lino non riesce quasi più ad arrivare in fondo alla serie in pedana. Fatica ad imbracciare correttamente il fucile e per questo ha cambiato -dal miglior “calcista” sul mercato- l’ennesimo calcio, ma questo gli “spacca la faccia”, anche se per la spalla sembra andare un po’ meglio. Deve sparare comunque cartucce da 24 grammi di piombo come quando era ragazzo, perché hanno meno rinculo e con esse riesce anche a fare una serie ogni tanto… Davanti al campetto l’orizzonte svanisce, una caligine densa incombente sfuma i contorni delle cose e non è mai chiaro che cosa si possa intravedere, soprattutto verso sera. Ma lui torna a casa comunque presto, perché guidare con il buio comincia a dargli fastidio.

L’anziano Comm. Lino Cozzamara, 73 anni, con figli sistemati e nonno di due nipotini, frequenta ancora i campetti della provincia, ma non spara quasi mai… La spalla è peggiorata, l’udito è andato ma la vista regge bene… Meglio di quando era giovane, dice con un sorriso agli amici nella “club-house”, anche se sa che non è così. Prova ogni tanto a fare ancora una serie, ma aspetta di essere solo, nel tardo pomeriggio e che sia una bella giornata…
Ha trascorso una vita sui Campi di Tiro, ha trascurato moglie, figli e lavoro per poter essere sempre presente a sparare e non è mai diventato un “campione”: che peccato! Ma è stato bello egualmente…
Terminata la serie, da solo in pedana, egli ora guarda laggiù, in direzione della foresta all’orizzonte, da dove avanzano protervi contro di lui i rinoceronti della notte.