Nel mirino del Grillo - I racconti di caccia e tiro a volo di Grillo Saggio

Faccia da tiratore: passano gli anni, ma non per tutti

Che ne è del “T.F.S.” quando l’inclemente trascorrere del tempo consiglierebbe un minimo di rassegnazione in pedana?

(il seguito di: “FACCIA DA TIRATORE FOREVER…)

Gli anni passano, ma non per tutti… O almeno non per tutti i praticanti di Fossa allo stesso modo, e questo è certamente vero.
Infatti, il nostro T.F.S. (Tiratore Fenomeno Speciale – ve lo ricordate in “Faccia da Tiratore”?) costituisce una valida eccezione a tutto ciò, ancorché l’anagrafe lo avvii impietosamente -al pari di noi pisquani- verso il “SUNSET BOULEVARD” (meglio noto come “Viale del Tramonto”).
Tanto è vero che, con il trascorrere dei lustri, il nostro è pronto a tramutarsi in “V.F.S.” (“Veterano Fenomeno Speciale”), mutazione ben più patetica ed umanamente toccante della precedente versione “T.F.S.”, che almeno faceva solo sorridere.
Ecco, dunque, in tutto il Suo splendore giungere sui Campi di Tiro chi non ha voluto apprendere -nonostante una vita di pratica sportiva- una delle regole fondamentali non solo per il “maratoneta” e cioè che, in una gara di resistenza, bisogna capire quando è arrivato il momento di ritirarsi.
Orbene, il Fenomeno non demorde e ciò gli fa onore. Tuttavia non si accontenta di partecipare, ma vorrebbe ancora vincere (e questo ancora va bene): dove non lo seguiamo più è quando “pretende” di sparare meglio dei colleghi di pedana, che non sono cinque Bantù con l’osso al naso e la lancia, ma Tiratori con vent’anni meno di lui, preparati e competitivi (…per non dire “annerchiati”) come era lui a suo tempo!
Immaginate, allora, quanto rammarico per le serie in gara chiuse a 18 o 19 su 25!
Lui, che in cassaforte ha un chilo e mezzo d’oro in medaglie e lingottini, per non parlare dei quintali d’argento in coppe e targhe, più le tonnellate di trofei ed oggetti che ha dato via negli anni, perché non sapeva più dove metterli e la moglie aveva minacciato di cacciare di casa lui e le sue carabattole del tiro!
Certo, se prima -come ricorderete- il T.F.S. trovava già tante attenuanti, giustificazioni od esimenti per ogni raro zero, provate a pensare ora il V.F.S. cosa potrà inventare al più frequente verificarsi della negativa circostanza, che sempre più spesso prende il nome di “BICICLETTA”, “TRICICLO” o, malauguratamente, “AUTOTRENO con RIMORCHIO” (credo non necessiti spiegazione…).
Il nostro Fenomeno, al dunque, esaurito il repertorio principale sul clima, a seconda della stagione e sui malanni ad essa correlati, passa alle macchine sul Campo (piattelli “in ritardo”; “fuori tempo”; “troppo angolati” oppure “troppo bassi” o “alti”; “battuti dal vento” o “non visibili per la pioggia” anche con il sole e così via), per finire ai “disturbi ambientali” mentre sta sparando.
I più “gettonati” sono: la Ferrari che passa alle spalle “tirando” la seconda;
l’ovazione proveniente dalla “club-house” perché ha segnato la Juventus;
il bambino che prima chiama più volte “mamma” a tutta canna e poi, non ricevendone risposta, cede a un pianto dirotto; qualche tiratore della batteria successiva che, intanto, viene a vedere gli ultimi dieci piattelli della precedente, piazzandosi a un metro e mezzo da lui e “smucinando” senza posa le cartucce in tasca, con rumore di ottone rimestato; la nuvola passeggera che copre il sole proprio quando gli sono usciti tre piattelli destri di seguito; il cane del collega di pedana, da questi legato ad un palo
con un corto guinzaglio, che abbaia lamentoso ogni volta che vede passare il padrone dalla 5 alla 1, lungo il corridoio posteriore; il tiratore che segue, il quale impiega ogni volta “troppo tempo ad impostarsi”, facendo oltretutto una specie di “alzabandiera” con le canne, prima di riabbassarle sulla Fossa; il tiratore che precede che gli manda i bossoli sui piedi oppure talvolta si è mosso dalla sua pedana prima che lui avesse ultimato di sparare; il Collega che, senza attendere il proprio turno di tiro, all’improvviso esclama: “E no…! A me mi avete segnato uno zero in più sulla lavagna! Il sesto mio era buono… E’ qualcun’altro che lo ha sbagliato!”, gettando lo scompiglio nell’intera batteria, in cui ciascuno -al pari di Giuda all’ultima cena- si chiede: “Sono forse io, signore…?”
Ecco, questo ci dirà -peraltro non richiesto- il V.F.S. all’uscita dalla pedana per giustificare un sempre più frequente 18 al termine della prima serie su gara sociale nel “campetto a gestione familiare”, ove ancora qualcuno (sempre meno, però…) ricorda i bei tempi andati, quando i piattelli sembrava si rompessero da soli (bastava “addrizzare le canne da quella parte…”) e lui poteva tirare cartucce caricate con la “STRADITE” (la famosa “polvere di strada”) e i piattelli fumavano lo stesso come turchi…!
E la seconda serie? Vi chiederete voi…
“No, non ce la faccio proprio! Devo andare a prendere mia moglie dalla figlia, che oggi è pure il compleanno del nipotino… E poi, con tutto il casino che fanno su ‘sto campo, come “cappero” fai a tirare bene…?”
Ah, vecchio “lupo di mare”… Perdi il pelo, ma non il vizio!
Beato Te, caro “V.F.S.”, che almeno ci sei arrivato…
Auguri di cuore per altri cent’anni in pedana!