Nel mirino del Grillo - I racconti di caccia e tiro a volo di Grillo Saggio

Faccia da tiratore

Come riconoscere a prima vista un “T.F.S.” (“Tiratore Fenomeno Speciale”).

Chi di noi non conosce personalmente uno, almeno uno, di quei tiratori “veri” che chiameremo “T.F.S.” (Tiratore Fenomeno Speciale) che nei risultati sono effettivamente superiori a molti di noi, ma si sentono però davvero “FENOMENI”?
Infatti, costituendo essi un modello di comportamento “trasversale” e sempre più diffuso, li potrete incontrare in tutto il Regno, sui Campi di Tiro di tutte le specialità. Ovviamente, dal momento che i praticanti della “Fossa Olimpica” sono da noi i più numerosi, maggiori possibilità di imbattersi in un “T.F.S.” avvengono sulle pedane del “Trap”.
Se adesso non ve ne viene in mente nessuno, così su due piedi, vi fornisco alcuni suggerimenti utili per riconoscere a vista questi “campioncini” anche se li incontrate per la prima volta e non sapete come si chiamano.
Per prima cosa, dunque, questo “Fenomeno” arriva con comodo sul Campo il giorno della gara, tanto si è già iscritto per “l’ora X” con una semplice telefonata in Segreteria oppure il “sorteggio” del giorno precedente gli è stato come al solito favorevole.
Saluta con aria di sufficienza, mediante cenni e brevi esclamazioni gergali, gli altri convenuti che -con apparente riguardo- gli si fanno incontro.
Poi va al bar, consuma, scherza con la cameriera o la cassiera come farebbe un turista l’estate a Rimini, non paga subito, rimanda tutto a dopo gara “perché intanto si deve preparare, che tra poco tocca a lui…”
La vestizione è laboriosa come quella di “ROBOCOP”: prima si reca in bagno per ciò che serve, compresa una “spruzzata d’acqua al viso” (manco venisse dall’aver cavato il carbone in una qualche miniera del Belgio) e successiva frizione con mezzo “rotolone” di carta-asciugamani.
Poi mette il giubbino a cui appende cuffie, pelle di daino per il sudore, fazzoletti di carta e cellulare in una tasca, cartucce nell’altra, calza i “mezzi-guanti” (quelli con le dita di fuori, come i “barboni”) e così via.
Da una scatoletta prende un tocco di pomata lucida e se la spalma accuratamente sullo zigomo destro, nel punto in cui si appoggerà il fucile:
alla richiesta del curioso, rivelerà a bassa voce che si tratta di semplice “VASELINA” (e ci credo, con quella faccia che si ritrova, che altro poteva essere?…)
Prima ancora, sotto la maglietta rigorosamente senza collo, avrà cosparso la spalla di abbondante borotalco, perché sennò la maglietta ed il giubbino “fanno spessore” e gli danneggiano la pelle nel punto dove poggia il calciolo, a causa del rinculo…
Insomma, per non annoiare i rari lettori, risparmio il resto dei preparativi del “T.F.S.” e scendiamo senza ulteriore indugio in pedana.
Qui il nostro “fenomeno” -dopo essersi vistosamente concentrato al punto da entrare in una specie di “trance”- troverà immancabilmente piattelli fuori-tempo o con lo schema (da lui perfettamente conosciuto) “sballato” ed esclamerà: “Ma chi ha toccato le macchine rispetto a domenica scorsa, quando abbiamo sparato di prova?”.
La sensibilità dei microfoni non sarà tarata bene e i piattelli usciranno “in ritardo” rispetto alla chiamata, i destri saranno comunque troppo angolati…
Nonostante tutto, egli si cimenterà a sparare quasi per compiacere gli astanti, ma la giornata non gli sarà propizia: chiuderà a 21 su 25 (come uno “scafesso” qualsiasi…) facendo almeno sei seconde canne e due “lamette” (piattello rotto in due soli pezzi).
Tranquilli: egli saprà trovare una scusa diversa per ogni errore, riconducibile comunque a fattori esterni e non alla semplice verità che anche lui -quando non è in giornata- può fare una barca di zeri come tutti noi!
Nella successiva fase di rilassamento, il nostro “martellatore di piattelli”
-a seconda della stagione- confiderà ai pochi “amici” che hanno ancora voglia di ascoltarlo:
ESTATE: “… e poi oggi ci ho pure mal di testa! Ho preso un Aulin, ma è stato come acqua fresca…”;
AUTUNNO: “oggi ho anche un po’ di febbre. Dopo pranzo ho inghiottito una Tachipirina ma non mi ha fatto nulla…”;
INVERNO: “…ma non senti che tosse che ci ho? Non fumo da tre giorni, ma stanotte non ho chiuso occhio… Sì, sì, l’ho preso lo sciroppo: macché!”;
PRIMAVERA: “a me è l’allergia che mi ammazza! Con tutti questi pollini nell’aria sto sempre a soffiarmi il naso… Prima, quando ho fatto zero su quel sinistro in quarta pedana, avevo le lacrime agli occhi e non vedevo un c…. (nulla!).
“E la seconda serie?” chiederete voi.
“No, non ce la faccio, te l’ho detto: devo proprio andare a prendere mia moglie dalla madre. E poi, con questo mal di testa…”
Insomma -alla fine della giostra- per essere dei “forti tiratori”, dei veri “T.F.S.”, l’importante è crederci: al resto, dio provvede!

(il seguito in: “FACCIA DA TIRATORE FOREVER…”)