Fior di Eliche, mica cavoli…!
Quanto è più agevole la strada di casa quando dopo una gara si rientra da vincitori.
Gara di cartello all’Elica (con montepremi degno del Piccione), in una tiepida domenica di fine-maggio.
Parto dalla Malpensa alla volta di Ghedi (BS). L’andatura è buona: sull’autostrada la domenica mattina non c’è molto traffico e sono sempre poco oltre i limiti con una rombante BMW da 160 cavalli, in prestito.
Arrivo sul Campo temendo -chissà, forse per la coda in uscita al casello verso i laghi- di aver fatto tardi; lascio la vettura dove capita in un angolo dell’enorme piazzale soleggiato e corro in Segreteria: nessun problema, si può sparare anche subito; fra 6 o 7 tiratori già chiamati in pedana.
Va bene: iscrizione, “marche in scarsella” e fuga in Armeria.
Fucile pronto e montato in pochi istanti, cartucce “RC4 Piccione-Electrocibles” nere da gr. 36 del n. 8 sul banco (davvero efficiente questo servizio) ed è subito la chiamata al tiro!
Pedana centrale: tre eliche fumate! Sembra una buona giornata.
Si cambia campo: altre tre eliche frantumate e avanti ancora così fino a 12!
Serie, con tre seconde canne: magari sempre!
Interminabile attesa per la finale: niente caffè, telefonate “scaramantiche” ai Colleghi fissati che si trovano su altri Campi, dicendo loro “ZERI a BIROLU’…” (cioè, “zeri quanti ne volete”), mentre ho in tasca la serie.
Intanto, mentre si consuma lento un “Montecristo” cubano in corpose volute di fumo, ripenso a quante volte ho vissuto un momento così, in attesa di una qualche finale importante, temendo lo zero al primo bersaglio e chiedendomi quante “marche” avrei dovuto prendere in Segreteria per disputare la seconda parte della gara: intanto prendiamone 6, poi si vedrà!
Finalmente in pedana: nel campo centrale, insieme ad altri pochi fortunati (o “bravi”?).
“Betting” e pubblico alle spalle dei Tiratori in religioso silenzio: prime tre eliche di finale frantumate.
Si va avanti: altri si perdono per la strada e si allontanano dalla pedana verso le loro macchine nel piazzale, chi in silenzio e chi imprecando…
Seconde tre eliche di finale: siamo rimasti in tre. Premio diviso, si spara per il trofeo.
Un concorrente sbaglia la prima elica dopo la divisione: che coincidenza!
Io sbaglio la terza, purtroppo!
Un altro le prende tutte e vince.
Bene: un secondo posto fa sempre piacere!
Podio: applausi, commenti, pacche sulle spalle, battute invidiose, veleno “inzuccherato”, affetto dei conoscenti.
Fucile subito smontato e pulito in Armeria, valigetta pronta sul bancone con i complimenti dell’Armiere: un vero signore!
Cassa: “palanche pronte”, detratte le spese 763,00 Euro per la nostra soddisfazione.
Viaggio di ritorno: sta facendo buio e la strada è lunga.
Seriate, poi Agrate verso “Pero – Cormano”: cominciano le code da rientro della domenica sera. Siamo in viale Zara; ceneremo in centro a Milano: pesce!
Mi accendo un sigaro “COHIBA” da 6 Euro: “Bene” penso, “il genio finisce sempre per avere partita vinta.”
Con questo pensiero mi metto in coda tra l’ammasso enorme di autovetture che sembra non dover mai finire. Guido con cura e cortesia infinita; canticchiò fra me il tema centrale del “Concerto per Violini ed Orchestra” di Piotr Ilic Ciaikovski, al quale ho adattato delle parole per conto mio, che fanno così: “Vittoriosi, saremo ancora vittoriosi… Oh, di nuovo sarem sul podio, podio, podio…”.
Siedo al volante con 763 “pippi” puliti in tasca, circondato da perdenti imbufaliti, a bordo delle loro automobili non finite di pagare e già ammaccate, che danno sfogo alla rabbia, si sfidano, rischiano la morte e l’invalidità, fra scatti e sterzate, nessuno cede un palmo a quell’altro.
Mi fermo allo “STOP” sulla tangenziale. Dietro me, almeno 45 macchine invelenite; qualcuno suona: io niente. Poi, la macchina addirittura si spegne (forse, è ingolfata…).
Attendo qualche istante: poi metto in moto e il motore si avvia; strizzo l’occhio al vigile e pigio sull’acceleratore. Me la filo via tranquillo, fra lo smog della notte incombente.
Dopotutto la vita a Milano non era malvagia: un buon Tiratore riesce sempre a farcela.