Frammenti
Ricordi, riflessioni, voci, pensieri, ambientazioni: il nostro mondo.
MARGHERITE
“Eh, come vuoi che sia andata! Potevo fare 24 e ho chiuso a 18…
Certo… Con questo tempo! Sì, lo vedo che c’è il sole e non fa freddo… Ma le voci, i rumori, le macchine che passano correndo alle spalle… Come puoi fare di più, con tutto ‘sto casino?
Poi, senti: a me questi prati verdi a perdita d’occhio davanti ai campi vanno ancora bene, ma le margherite…! Hai visto quante margherite bianche che ci crescono, su ‘sto “cappero” di prato?
Come si fa a sparare bene al piattello, con tutti questi puntini bianchi che si muovono nel verde?”
(conversazione vera, ascoltata su un Campo di Tiro in Toscana).
QUANDO SI SPARA IN DUE…
Il nostro fucile, ogni volta che lo riprendo in mano, mostra altre ombre e nuovi graffi sulla sua pelle lucente.
Lo usa anche lei, che sempre lascia segni profondi sull’anima degli oggetti che adopera.
CANI
Due cacciatori, ai margini del campo di Percorso, parlano dei loro cani.
“No, no. Guarda… Basta cani: mai più! Sono solo spese e preoccupazioni. Adesso, finché c’è Raian, lo spinone che mi ha regalato mia moglie quando eravamo fidanzati… Ma ultimamente, per giunta, a caccia non vado quasi più. E poi da tenere dentro un appartamento, anche per lui, povera bestia! Quando finirà lui, basta proprio… Che farei? Ma, non so, pensavo ad una femmina di setter irlandese… Sì, un cucciolino… Sai, quello rosso mogano col pelo lungo… Troppo bello!”
FUCILI
“Sì, l’ho comprato l’altro ieri… era di Barabba. Tenuto bene? Certo, guarda. Si vede che ha sparato poco: pare nuovo! No, lui l’ha dato via perché dopo l’operazione alla spalla non prendeva più un piattello e allora si è scoraggiato… Poi ha detto che vuole smettere di sparare del tutto.
Sì, sì… Canne eccezionali. La prima volta che ci ho sparato ho fatto subito 13, ma con poche seconde canne. Beh, si tratta di prenderci un po’ la mano… Gli ho dato 3.500 Euro. Sì, un po’ caro però per com’è messo, mi hanno detto tutti che ho fatto un affare… Sì, ho già sparato poco fa… Ho chiuso a 14, ma dev’essere il calcio… Ho già telefonato per prendere appuntamento da Geppetto al Paese dei Balocchi, per cambiare il calcio… Domattina vado e lo faccio fare su misura una volta per tutte e così sto a posto: perché questo che c’è sotto mi ”picchia” pure. Già… Mi segna sullo zigomo.
No, no… Sono contento. Sì, proprio contento: era da tanto che lo desideravo…”
DOMENICA SERA
Oggi la giornata non ci è stata propizia in pedana e non ci siamo divertiti affatto.
Ora è scesa per davvero la notte e la densa caligine industriale ha il colore del piombo.
Attraverso i vetri della “club-house” gli alberi di fronte al Campo di Tiro, nonostante i fari puntati, si riesce appena a distinguerli.
E la strada è ancora lunga per tornare a casa.