Nel mirino del Grillo - I racconti di caccia e tiro a volo di Grillo Saggio

Il fucile: il nostro attrezzo sportivo

Descrizione base dell’attrezzo e norme elementari di sicurezza.

Forse a qualcuno potrà essere di una qualche utilità conoscere alcune nozioni base relative al nostro “attrezzo sportivo” ed alle norme di sicurezza per il suo maneggio.
Ordunque, il fucile è formato da un tubo metallico (canna) a parete resistente di conveniente diametro interno (per la pratica di quasi tutte le specialità del Tiro a Volo, il calibro più usato è il 12).
La canna (o le canne, se preferite) dovrà essere cilindrica per lo “Skeet” e con “strozzatura” per le restanti discipline.
La strozzatura consiste in una diminuzione di diametro dell’anima della canna verso la bocca, convenientemente raccordata con il resto dell’anima stessa.
Il meccanismo di chiusura è quella parte del fucile che chiude la culatta durante lo sparo e l’apre per il successivo caricamento.
La culatta deve:
– chiudere perfettamente l’anima della canna;
-dare appoggio sicuro al fondello del bossolo;
– escludere le fuoriuscite di gas all’atto dello sparo;
– presentare sufficiente resistenza ed indeformabilità agli sforzi dinamici recati dall’esplosione dei colpi.
I “meccanismi di percussione” sono costituiti da:
– un “motore” (sempre a molla);
– una massa battente;
– un percussore;
– un arpione di arresto;
– un meccanismo di sicurezza;
– una incastellatura.
In commercio esistono vari tipi di fucile nei relativi calibri (oltre al citato 12, sono prodotti i cal. 16, 20, 24, 28, 36 e 410, che hanno però una limitata diffusione per talune forme specifiche di caccia).
I fucili si differenziano -a parità di calibro- per il diverso sistema di alimentazione e/o per la disposizione delle due canne.
In particolare e facendo riferimento all’utilizzo per il Tiro, avremo:
l’AUTOMATICO (in realtà trattasi di ripetizione dei colpi “semi-automatica”) che per il Tiro presenta alcuni difetti: un’unica strozzatura; un funzionamento non sempre sicuro, soprattutto con cartucce “leggere” da 24 gr.; la scomodità di doverlo scaricare, se si è sparato un solo colpo, ogni volta che si cambia pedana; l’impossibilità di poterlo appoggiare con la canna a terra fra un piattello e l’altro; il fastidio che procura -all’atto dello sparo- l’estrazione del bossolo al tiratore della pedana successiva.
In pratica, anche se molti “neofiti” si sono avvicinati per le prime volte al Tiro con il loro automatico da caccia, se hanno proseguito, ben presto lo hanno appeso al chiodo!
La DOPPIETTA (o fucile “a canne giustapposte”, detto anche “parallelo”), che ha come caratteristiche essenziali l’armonia, l’eleganza della linea, l’equilibrio e la facilità di un rapido puntamento ma -secondo alcuni “scienziati ballistici” (con due “elle”)- anche se costruita con pesi adeguati , con bindella ventilata, calcio a pistola ed asta “a coda di castoro”, tuttavia presenterebbe poca precisione, dovuta all’accoppiamento delle canne, difficoltoso non solo sul piano verticale, ma anche su quello orizzontale.
Il maggiore “difetto” che viene attribuito al “fucile più bello del mondo” sarebbe lo sbandamento laterale al momento del rinculo, con conseguente difficoltà di centrare al secondo colpo.
In realtà, purtroppo, questo modello di fucile attualmente “non è più di moda” fra il grande pubblico ed ha fatto la fine delle carrozze a cavalli e dei treni a vapore o, se preferite, dei maniscalchi.
Il SOVRAPPOSTO, invece, si è di fatto imposto in tutte le discipline del Tiro a Volo, grazie alla sua asserita precisione, stabilità e robustezza.
Nel nostro sport effettivamente si sparano ogni anno alcune migliaia di cartucce che mettono a dura prova l’arma. Per questo i costruttori curano particolarmente le parti che sono sottoposte al maggior lavoro e che quindi possono essere più frequentemente causa di inconvenienti: i congegni di scatto e di percussione, che devono essere rapidi e sensibili; la saldatura delle canne, che è sottoposta a peculiari sollecitazioni a causa della differente dilatazione delle canne stesse, conseguente al diverso numero di colpi sparati nell’arco di una serie (nel “Trap”: 25 sicuri con la prima canna e circa 10 – 15 con la seconda).
Il fucile va maneggiato con prudenza e perizia. E’ fondamentale rispettare alcune regole base per la propria e l’altrui sicurezza:
– il fucile più pericoloso è quello “scarico”;
– esso è scarico solo quando tu personalmente lo hai scaricato: ma non fidarti egualmente! Ricontrolla sempre quando lo riprendi in mano;
– il fucile deve essere tenuto sempre aperto e consegnato aperto a chiunque;
– il fucile deve essere chiuso ed aperto con dolcezza: ciò andrà a vantaggio dei meccanismi. In tali fasi l’arma va tenuta ben salda senza mai mettere il dito sul grilletto, per evitare la partenza accidentale del colpo;
– nel momento di caricamento e scaricamento, la punta delle canne va comunque tenuta rivolta verso la zona di tiro;
– prima di caricare il fucile bisogna guardare sempre all’interno delle canne;
– si deve prestare attenzione ai colpi “anomali” o che fanno “fiammata” fuori dalla bocca: in tal caso ci si deve subito fermare e controllare l’arma;
– nel Trap il caricamento del fucile avviene secondo regolamento e dovrà essere completamente scaricato nel passaggio dalla pedana n. 5 alla n. 1 (lungo il corridoio posteriore);
– nello Skeet, il fucile va caricato e scaricato esclusivamente in pedana, quando si deve farne uso;
– il fucile non va mai puntato verso persone e animali (o cose che non si vogliono colpire), anche quando si ha la “certezza” che esso è scarico;
– non è consentito toccare, senza autorizzazione, l’arma che non è nostra;
– quando un Tiratore non si serve del proprio fucile deve deporlo nell’apposita rastrelliera. Allorché avrà ultimato la serie dovrà riportare l’arma nel luogo ad essa destinato.
La prudenza e l’osservanza delle regole di sicurezza nel maneggio e nel brandeggio del fucile sono alla base delle tecniche di Tiro a Volo.