Nel mirino del Grillo - I racconti di caccia e tiro a volo di Grillo Saggio

Il fucile: il nostro attrezzo sportivo (2)

Considerazioni avanzate sul fucile in funzione del Tiro a Volo.

Proseguiamo stavolta la nostra chiacchierata intorno al nostro “attrezzo” indispensabile per la pratica del Tiro: il FUCILE (appunto) da TIRO.
Iniziamo trattando del sovrapposto per la pratica del “Piattello-Fossa” (o “Trap”), partendo dalle canne.
Con i moderni sistemi di fabbricazione è diventato abbastanza agevole costruire due tubi (Canne) internamente ben rettificati e con coni di strozzatura ben fatti.
Le strozzature più indicate per la “Fossa” sono senza dubbio 6-7/10 (**) per la 1a canna e 9-10/10 (*) per la 2a: tali valori anche con 24 grammi sono da ritenersi i più funzionali allo scopo (rottura del piattello in volo a distanza variabile). Non illudiamoci di poter guadagnare qualcosa usando strozzature più larghe. Infatti la portata utile (non quella massima) di un fucile a pallini (meglio “ad anima liscia”) è stata valutata dai 35 ai 45 metri, per cui nel Tiro è necessario usare strozzature accentuate e massime.
Ben più difficile risulta l’accoppiamento delle canne (non nel senso che debbano “figliare”…!): provandone alcune di fucili di varie marche che adesso sarebbe inutile menzionare, talvolta è stato rilevato che il punto d’impatto delle due rosate di pallini varia di 20-30 cm. ed in alcuni casi addirittura di 60-80 cm.!
La prima canna (quella inferiore) ha tendenza a sparare sotto la linea di mira, mentre la 2a quasi sempre “alza”. In buona sostanza, esse si comportano al contrario della logica del tiro, laddove il primo colpo dovrebbe alzare di 10-15 cm. avvantaggiando il Tiratore, mentre il secondo colpo dovrebbe portare al centro (cioè nel punto mirato).
Per ragioni di peso e di estetica le canne dei fucili sovrapposti hanno il loro centro in culatta troppo vicino: di qui la difficoltà di avere una sufficiente convergenza per cui – a livello di fabbrica- o vengono creati due piccoli piani in bocca per avvicinare l’intero asse oppure le canne vengono leggermente deviate, la 1a canna in alto e la 2a in basso. Questo si riferisce a canne saldate tra loro col sistema tradizionale, cioè bindella sul piano di mira e “bindellini” laterali su tutta la lunghezza della canna.
Vi sono ovviamente anche altri sistemi di “accoppiamento” delle canne su molti fucili sovrapposti: canne libere “slittanti” o canne libere “saldate solo in bocca”.
Ognuno di questi sistemi ha degli aspetti negativi: quelle distaccate, che possono essere addirittura parallele fra di loro, vibrano allo sparo se non sono adeguatamente pesanti e sparano in punti diversi (difetto più accentuato sulla canna superiore, in quanto più spostata rispetto all’asse di rinculo del fucile). Mentre le canne saldate alla bocca hanno una diversa dilatazione in senso longitudinale. Infatti, nel corso di una serie, sparando molti più colpi con la prima canna (come avviene di solito) questa si allunga, trascinando in una curva verso l’altro anche la seconda.
Questo non si tradurrà poi in un’enorme differenza sul punto di impatto delle rosate, ma è conseguente che se da freddo le canne sparano al centro, in tali condizioni entrambe avranno la tendenza a sparare alto.
Inoltre molta importanza ha la concentricità dei tubi, che è sempre stato un problema tecnico difficile da risolvere: infatti, anche un solo decimo di millimetro di differenza nell’anima interna può portare disturbo alla dilatazione della canna, che non sarà più costante, con tutte le conseguenza al tiro che ne potranno derivare.
Per quanto riguarda il peso e la lunghezza delle canne non esistono regole fisse, anche se appare logico che un Tiratore molto alto spari con canne lunghe e viceversa.
Le lunghezze possono variare da 71 a 81 cm.: l’importante è stabilire il rapporto peso/lunghezza delle canne.
Non appare corretto “costringere” (si fa per dire…) il Tiratore “veloce” ad utilizzare un paio di canne lunghe e pesanti per “frenare” il suo istinto rapido: questi non riuscirà a portare l’arma sul bersaglio con la rapidità che il suo istinto gli detta. Al contrario sarà il Tiratore “lento” ad avere vantaggio da canne lunghe e pesanti, perchè gli daranno precisione, stabilità e facilità per il recupero di 2a canna.
Vorrei concludere -per ora- l’argomento peso/lunghezza esaminando il verbo “strappare” che costantemente si sente pronunciare (non sempre a proposito) sui Campi.
Il termine è entrato nel lessico tiravolistico con l’avvento del “phono-pull”, in quanto tale ausilio tecnico consente -nella Fossa- uno sgancio “immediato” del piattello alla chiamata.
E’ quasi sempre errato sentenziare che quel Tiratore ha “strappato” perché spara con canne troppo leggere: in realtà, di solito quel Tiratore ha mosso il fucile nell’attimo stesso in cui ha chiamato il piattello, prima di vederne la direzione. Ha dovuto poi bruscamente correggere il movimento già iniziato dall’arma per portarla sulla giusta traiettoria.
Pertanto, più che il peso delle canne sarebbe utile per tutti (alti e bassi, veloci e lenti) riuscire “A STARE FERMI SULLA CHIAMATA”.
In caso contrario continueremo a seminare piombo che, se nascesse, avremmo tutti una piantagione che ci consentirebbe di campare di rendita!