Posizione in pedana
Elementi di tecnica nel Tiro al Piattello – “Fossa”.
Uno degli elementi più importanti nel Tiro al Piattello (specialità “Trap”) è la posizione che il Tiratore deve assumere in pedana. Sparando in posizione scorretta non si otterranno mai risultati di un certo rilievo.
In ciò è molto importante il ruolo svolto dalle Scuole di Tiro (Centri “C.A.S.” federali) costituite presso numerosi Campi di Tiro sul territorio nazionale. In tali sedi, un qualificato Istruttore federale insegnerà all’allievo anche la corretta posizione dei piedi (una vecchia battuta recita: “I piattelli si rompono con i piedi…”), delle spalle, l’appoggio del fucile nell’incavo della spalla ed al viso. Sarebbe opportuno, addirittura, cominciare a sparare su bersagli in movimento solo quando l’allievo avrà piena padronanza della corretta tecnica di imbracciatura e non, come purtroppo è capitato di sentir dire da un qualche istruttore: “Adesso intanto spariamo migliaia di cartucce, poi correggeremo gli errori di impostazione!”
Poi, con un calcio non adatto, si commettono svariati errori difficilmente valutabili, se non abbiamo vicino un competente Istruttore. Ad esempio, un calcio troppo lungo ci costringe a portare la spalla indietro con conseguente difficoltà sui bersagli sinistri, mentre il calcio troppo corto ci induce la spalla in avanti con difficoltà sui piattelli destri. Da ciò deriva l’errata convinzione di credere di anticipare diversamente i piattelli destri dai sinistri, dando quasi sempre colpa alla “deviazione” del calcio: in realtà la causa di tutto questo è sovente la scorretta posizione della spalla.
Mentre, assai importante è la dimensione della “pistola” del calcio per portare su il fucile: chi tende a mettere il calcio troppo basso, per esempio, può essere aiutato da una pistola più “stretta”, mentre al contrario chi tende a far salire troppo il calcio, avrà bisogno di una pistola più “larga”.
Inoltre risulta fondamentale l’abbinamento dell’occhio con il centro della bindella per i bersagli dritti o con poca angolazione, che andranno via indenni (sconcertando il Tiratore) se tale allineamento non sarà perfetto.
Il viso non deve mai scostarsi dall’appoggio del calcio e gli spostamenti (a destra o a sinistra) per seguire il piano di percorrenza dei piattelli, vanno eseguiti ruotando sul tronco: non si deve MAI alzare lo sguardo dalla linea di mira (il volgarmente detto “staccare la faccia” dal fucile…).
Il corpo deve essere equilibrato; il peso maggiore (diciamo i 2/3) deve gravare sulla gamba sinistra, che potrà anche essere leggermente piegata, il rimanente sulla gamba destra.
Con gli attuali sistemi di sgancio dei piattelli mediante “phono-pull”, si commette spesso l’errore di comandare il “pull” e di muovere contemporaneamente il fucile prima di aver percepito il bersaglio: il cosiddetto “muoversi sulla chiamata”, causa di tanti zeri (per tutti…!).
Infatti, nei pochi decimi di secondo intercorrenti dalla chiamata del Tiratore a quando parte il fucile per inseguire e sopravanzare il piattello, è racchiuso quasi l’80% del risultato.
Per avere la prova di quanto detto basterà –durante una serie possibilmente non in gara- essere alle spalle di un amico-tiratore in pedana ed osservare quanto sia frequente che questi si muova col fucile, anche in caso di mancata uscita del piattello dopo la chiamata…
Poche parole ora, per la posizione delle varie parti del corpo prima e durante il tiro.
Posizione delle mani: mentre la mano destra si troverà in una posizione fissa per poter raggiungere con l’articolazione della prima falange del dito indice il grilletto, la posizione ideale per la mano sinistra sarà a circa metà dell’asta del fucile, che sarebbe opportuno fosse zigrinata in tutta la sua superficie. Così facendo e bilanciando l’arma fra le due mani, si dovrebbe avvertire una perfetta distribuzione dei pesi ed un equilibrio ideale del fucile stesso.
Posizione delle braccia: le braccia vanno tenute esattamente alla stessa altezza, con i gomiti una decina di gradi più bassi della spalla. E’ tuttavia frequente vedere in pedana Tiratori con il gomito destro molto al di sopra della spalla ed il sinistro più basso: questi si sposteranno sicuramente a destra in modo diverso rispetto a sinistra, ruotando anche diversamente sul tronco ed avranno anch’essi l’impressione del “diverso anticipo” da dover calcolare per i bersagli destri, rispetto ai sinistri. Pertanto, tali forzate ed innaturali posizioni sono assolutamente da evitare, anche nella considerazione che il gomito alto dalla parte dove si imbraccia il fucile costringe i muscoli della spalla ad una tensione non ottimale per fronteggiare il rinculo dell’arma all’atto dello sparo.
Appoggio del calcio alla spalla: normalmente il calcio va appoggiato a livello del muscolo grande pettorale (parte esterna) e del deltoide, che si origina sulla clavicola e si inserisce sull’omero.
Il dorso del calcio deve appoggiare con decisione (ma senza esercitare una eccessiva pressione) sotto lo zigomo, avendo cura che i muscoli facciali della zona “isolino” il calcio dall’osso dello zigomo stesso, onde evitare l’abrasione della pelle (…che poi bisogna metterci la “vasellina”, come nel brano “FACCIA DA TIRATORE”, di cui raccomando un’attenta lettura a tutti -se non già fatto- su questa stessa rubrica).
All’atto del tiro, assunta la corretta posizione del corpo, il fucile va teoricamente puntato “a filo della fossa”, nel punto in cui s’incontrano i tre piattelli delle rispettive macchine di ciascuna pedana (…e vero pure che talvolta/spesso si trovano dei “fuori-buca” da fare paura, che il Tiratore vede quando hanno percorso più di un metro e mezzo dopo lo sgancio!).
Il fucile, quindi, andrà puntato più in basso di circa 30 centimetri rispetto a questo punto teorico, soprattutto se le macchine sono installate molto in basso nella fossa rispetto al piano del terreno.
L’importante, in buona sostanza, è che sia ben visibile al Tiratore l’uscita del piattello, che va attesa nella più assoluta immobilità fino alla percezione del bersaglio in volo.
Successivamente non importa di quanti decimi di secondo sia il tempo di fuoco individuale, purchè il bersaglio sia colpito!
E’ un grosso errore tentare di “forzare” la natura di un Tiratore, costringendolo a modificare “il suo tempo”: accelerare o rallentare il movimento dalla chiamata alla pressione sul grilletto, se non confacente alla propria natura, significa fare zeri quanti ne volete e chiudere la serie a 14 o 15 su 25.
Infine, una cosa ovvia e che tutti avremo notato guardando i grandi Tiratori in pedana: sia il “velocista”, sia il “mezzo-tempo” e sia qualsiasi altro modo di sparare abbia un grande Campione, lui riuscirà sempre a rompere i piattelli con il medesimo tempo…..
Questo è uno dei “segreti” (per così dire…) dei Campioni veri: mantenere il tempo di tiro per tutta la durata della serie e della gara.
Proviamoci anche noi…!