Nel mirino del Grillo - I racconti di caccia e tiro a volo di Grillo Saggio

I giovani e la pedana

Come favorire la frequentazione delle pedane da parte dei ragazzi?

Il Tiro a Volo, nelle sue diverse specialità, attira di fatto praticanti i quali -ancorché giovani- “non sono più dei ragazzi”.
Come mai? Forse perché i ragazzi (diciamo dai 14 ai 25 anni di età) non hanno ancora le possibilità economiche degli adulti “arrivati” ed il Tiro è uno sport con il quale non ci si guadagna mai!
Inoltre, i ragazzi spesso trovano a fare cose che noi (diciamo così) “più maturi” non sempre abbiamo l’opportunità di condurre a termine con facilità, come andare a cavallo (equitazione), introdursi in oscure cavità naturali per poi riemergerne esausti (speleologia), lotta “corpo a corpo” e altre belle cose che, magari, il sabato o la domenica li gratificano più che andare a sparare col fucile!
Superata questa prima discriminante, resta il fatto che chi ha qualcuno in casa che lo porti sui Campi di Tiro (sostenendone le relative spese) magari si stufa ben presto di dover seguire i pressanti consigli ed i rimproveri ad ogni zero di padre, zio, nonno, fratello maggiore o tutore che sia.
Talché, più di qualche giovanissimo, dopo aver anche rapidamente raggiunto livelli tecnici accettabili nella pratica tiravolistica, un bel giorno -rimproverato perché continua a sbagliare i “destri a 45°” o si muove sulla chiamata- manda tutti e tutto “a quel paese” (anche in senso letterale) e si congeda bruscamente dalle pedane, alle quali -nella migliore delle ipotesi- qualcuno tornerà quando avrà non meno di 35 – 40 anni!
E nel tornarvi, questa mancata “giovane speranza”, non potrà fare a meno di confidare -con le lacrime agli occhi- al Gestore del campo: “Ci vengo volentieri perché da ragazzo mi ci portava il povero papà che -pace all’anima sua- mi si metteva dietro in pedana e rompeva continuamente gli zebedei…”
Eppure, di contro, vi sono tanti giovanissimi appassionati a cui il Tiro piacerebbe più di altre attività sportive (o ricreative), ma non hanno nessuno che li introduca nell’ambiente e li faccia provare almeno una volta a sparare con il suo fucile o gli spieghi l’indispensabilità delle cuffie durante la presenza in pedana e tante altre belle cose che è bene sapere per cominciare. Poi certe difficoltà tecniche esistenti per talune specialità (Skeet e “Double Trap”) certo non aiutano il ragazzo che si avvicina -ancorché accompagnato- alla pedana e magari non ha ancora imparato con quale dito si agisce sul grilletto!
Il Trap (o “Fossa”) per il giovane neofita può risultare “troppo veloce” ed impegnativo come gioco e la serie interminabile (25 piattelli in effetti non finiscono mai, soprattutto se in pedana ci sono altri 5 “atleti” che stanno sempre facendo la selezione per andare a Pechino nel 2008 e qualsiasi cosa si faccia, si rischia di disturbarli…).
Insomma: mai come per questi giovani e giovanissimi vale il detto “chi ha il pane non ha i denti”, nel senso che chi ha le possibilità e l’accompagnamento , spesso si stufa e va a giocare a golf (con la mazza e le palle); mentre chi non ha le possibilità (anche economiche) ambirebbe a praticare l’attività tiravolistica, ma deve giocoforza astenersi.
Come andare incontro, in qualche modo, ai ragazzi affinché si appassionino al Tiro?
Tante cose potrebbero essere messe in pratica allo scopo, da parte di tutti,
la FITAV per prima, i Gestori degli impianti, le Ditte produttrici di fucili, cartucce e piattelli… Ciascuno per la sua parte potrebbe applicare prezzi e/o tariffe “agevolate” (come già avviene per le iscrizioni in talune gare) a favore dei minorenni (oppure dei giovani fino a 21 anni di età).
Certo, anche taluni accorgimenti tecnici potrebbero risultare di una qualche utilità: ad esempio, dove si potrebbe portare un ragazzo che non ha mai sparato a provare una pedana di “Trap Americano”?
Un colpo solo a bersaglio, con cartucce da 24 grammi, ad un piattello semi-centrale che cade a 45/50 metri circa, se non colpito.
Per cominciare è meglio di altre cose, ma di non facile praticabilità nel nostro Paese.
La ricetta della felicità non esiste e tantomeno il “grillo” -che si è incautamente definito “saggio”- possiede la soluzione definitiva al problema in trattazione.
Tuttavia, coloro i quali detengono maggiori possibilità (già elencati in precedenza) avrebbero il dovere morale -non fosse altro per “amore” del Tiro- di venire incontro a chi vuole iniziare e va comunque agevolato nelle spese.
Ma rinunciare al proprio tornaconto -sia pure in parte- è sempre difficile per chiunque e se la cosa non viene da dentro… hai voglia a predicare!
Pensiamoci tutti e chiediamoci se siamo ancora in tempo ad assicurare un futuro al nostro amato Tiro a Volo.