Il pranzo della festa
Quanto è dura l’avventura: il bello delle Feste è che… passano!
Anche per quest’anno, grazie a dio, le Feste sono passate!
Non vi sembri esagerato o cinico, ma lo “stress puro in confezioni spray” messo a disposizione di ciascuno di noi per le Festività natalizie, di Fine-Anno ed Epifania rasenta concentrazioni elevatissime e tali che eguagliano la quantità da noi fruita per l’intero resto dell’anno…
E tutto dall’8 dicembre al 7 gennaio dell’anno dopo!
Sembra solo un mese preciso ma, in realtà, nello sbaraccare e mettere a posto nel soppalco il presepe e l’alberello di plastica (e le sue immancabili palle!), ognuno di noi sente di stare “facendo festa” dall’anno scorso…
Questa doverosa premessa, forse non gradita a tutti (me ne scuso), per giungere a dire che non tutti i Campi da Tiro hanno chiuso durante le cosiddette “Sante Feste”…
Ce ne siamo accorti, direte Voi e sembra anche una buona cosa, scritta così.
Ma la realtà è un’altra, cari Colleghi Tiratori e padri (o figli, o nonni) di Famiglia.
Infatti, quando i campi sono meritatamente ed opportunamente chiusi per le implacabili Festività, allora anche noi ci rassegniamo e trascorriamo lunghe, interminabili, giornate piovose ed uggiose a giocare a tombola e a “mercante in fiera” con la suocera e i cognati, a rimpinzarci di panettone con i canditi e larghe fette di pandoro con sopra colato cioccolato fondente fuso, “fernet” e grappa monovitigno che manco una Caserma di Alpini ne ha consumata quanto a casa nostra, nel tentativo di digerire il pranzo iniziato a mezzogiorno e terminato che era buio…con mezzo barattolo di “Citrosodina”, per poi andare subito a letto con la borsa dell’acqua calda sulla pancia!
Ma, diciamoci la verità, se per caso il “campetto a gestione familiare” da noi abitualmente frequentato o il campo blasonato che offre tutte le specialità del Tiro a Volo su sei impianti aperti contemporaneamente –per caso, dico per puro caso- hanno deciso di lavorare per Santo Stefano o per Capodanno, allora l’affare si ingrossa!
Come sganciarsi dal pranzo in famiglia per andare a disputare la gara all’Elica da 1.500,00 Euro che inizia alle 14.00, lasciando intorno al tavolo moglie, figli, suoceri, cognati, nipotini e rompiballe vari e assortiti?
Come spiegare a tutta quella caterva di gente che, vostro malgrado, vi siete trovata in casa con la precisa volontà (loro) di fare festa, che a voi non ve ne fotte niente di stare a tirare su i numeri della tombola con le consuete battute abbinate ad ogni numero (che variano da una Regione all’altra) e con il solito “coyote” che –al primo numero estratto- ogni volta esclama convinto “AMBO!”…
Sarà dura! Ci provate, comunque, e quasi sempre capitolate indecorosamente restando a casa, consumando un pranzo con cui una famiglia albanese media ci avrebbe campato per un mese e proseguendo il pomeriggio, seduto accanto a vostra suocera ormai completamente sorda, che la figlia vi ha affidato per aiutarla a guardare i numeri sulle cartelle perché “Lei, poverina, ormai ci vede anche poco…”.
E così, fra un numero e l’altro, un ”banco” ed un “sette e mezzo”, fumate la 32esima sigaretta da che vi siete alzati (comunque presto, per aiutare vostra moglie a preparare “il pranzo della festa”) e mentre con un occhio guardate fuori della finestra e con l’altro l’orologio, pensate a quelli che hanno invece avuto la fortuna (o il coraggio…) di mandare tutti a dar via i piedi e adesso sono allegramente sui Campi del Regno a disputare le loro belle gare di qualsivoglia disciplina.
Soltanto dopo una certa ora, quando la notte avanza coprendo tutto col suo pesante sudario, vi rasserenate al pensiero che ormai anche i vostri Colleghi più bravi stanno per tornare comunque a casa loro e cristianamente -in cuor vostro- gli augurate un’accoglienza da parte delle loro mogli come quella che di solito verrebbe riservata a voi in simili circostanze, se aveste osato tanto!
Ma, insomma, questo “cappero” di campo della mutua dove andiamo noi di solito, ma perché non ha chiuso anche lui dal 22 dicembre al 7 gennaio dell’anno dopo, come fanno tutti?
Perché ci ha guastato le Feste al pensiero che loro stavano regolarmente aperti a sparare (magari con garette mirate organizzate per la circostanza) e noi costretti a casa, sotto ricatto morale?
Ma perché i Gestori dei Campi, che pure tengono aperto come “terzo lavoro”, “pieni di pila” ( o, se preferite “strafottuti di soldi”) come certamente sono, non se ne vanno a fare Natale a Miami Beach (Florida) o alle Maldive?
La risposta, a ben pensarci, non è difficile…. Infatti, anche i Signori Gestori hanno una Famiglia!
E di fronte alla prospettiva di dover trascorrere anche loro quelle interminabili giornate di “Festa in Famiglia” come abbiamo sopra descritto preferiscono mille volte, parlando per tempo alla moglie, trincerarsi dietro la fatidica frase: “Cara… Purtroppo anche quest’anno dobbiamo tenere aperto il campo. Eh sì…! Almeno per Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania… Eh già… Lo sai anche tu, amore, gli impegni che abbiamo preso e le rate che dobbiamo pagare, no? Credimi, dispiace tanto anche a me… Soprattutto per i tuoi che non possono venire per Natale a pranzo da noi…”
Così, in nome di una buona causa, i Gestori ed i Responsabili delle Società tiravolistiche si aggiustano le Feste loro, incuranti dei poveri appassionati, praticanti, amatori e campioni, inflessibilmente tenuti al “guinzaglio corto” nei momenti in cui sarebbe per tutti un diritto essere felici!