Nel mirino del Grillo - I racconti di caccia e tiro a volo di Grillo Saggio

Una proposta di collaborazione

Liberamente ispirato a Dino Buzzati.

Paolo Clerici, di 33 anni, titolare di una ditta di “import-export” di alta tecnologia digitale, tiratore appassionato, si chiuse nel suo ufficio e spense i due telefoni cellulari che sempre lo accompagnavano.
Il pensiero di fornire la sua collaborazione ad un sito WEB dedicato ai Tiratori era diventato così potente e tormentoso da indurlo a scrivere, come si usava una volta, con carta e penna.
“EGREGIO GESTORE DEL SITO “www.iltiro.com”, cominciò. “SONO A LEI CON QUESTE POCHE RIGHE MANOSCRITTE, NELL’ERA DELLE “E-MAIL”…
Entrò il segretario Vespunti: “Scusi, dottor Paolo, c’è di là un signore che è venuto per lei. Ecco (guardò il bigliettino) si chiama Criscuolo.”
“Criscuolo? Come? Mai sentito nominare. Poi io adesso non ho tempo, ho un lavoro urgentissimo. Torni domani o dopo.”
“Credo, dottore, credo che sia il sarto, dev’essere venuto per la prova…”
“Ah… Criscuolo! Beh, digli che torni domani.”
“Va bene… Ma ha detto che è stato lei a chiamarlo.”
“E’ vero, è vero (sospirò)! Su fallo venire, ma che si sbrighi… due secondi”
Entrò il sarto Criscuolo col vestito: una prova per modo di dire, cinque minuti in tutto. “Mi scusi, sa, ma ho per le mani un lavoro molto urgente.
Arrivederla, Criscuolo.”
Avidamente ritornò alla scrivania, riprese a scrivere: “…PER FARMI CONOSCERE QUALE APPASSIONATO DI TIRO, UNA VOLTA ANDAVO ANCHE A CACCIA MA…” In quel mentre il telefono al suo fianco prese a squillare. Fu come se una sega di ferro gelido gli fosse stata passata di strappo sulla schiena. Boccheggiò: “Pronto?”
“Pronto, qui la segreteria di Sua Eccellenza Mangiante.”
“Dica, dica”.
“Per quella licenza d’esportazione riguardante la fornitura di fibre ottiche a…”
Inchiodato. Era una affare enorme, ne dipendeva il suo avvenire.
La discussione durò venti minuti. Sbatté la cornetta sul concentratore telefonico a 7 linee, gli pareva di aver perso un tempo irrimediabile:
“… MA LA CACCIA OGGI PURTROPPO NON E’ PIU’ QUELLA DI UNA VOLTA E IO ADESSO PRATICO, TUTTE LE DOMENICHE, LE PEDANE DELLA MIA REGIONE SPARANDO IN VARIE DISCIPLINE SIA PURE CON SCARSI RISULTATI. IN PARTICOLARE, MI PIACE…”
Il segretario Vespunti di nuovo sulla porta. “Mi scusi ancora…”
“Te l’ho già detto. Ho un lavoro urgente. Non ci sono per nessuno: dì che ritornino stasera…”
“Ma…”
“Ma cosa?”
“C’è da basso il Comm. Crapanzano che l’aspetta in macchina.”
Maledizione: Crapanzano, il sopralluogo al deposito dove c’era stato un principio di incendio, l’incontro con i periti dell’assicurazione, il risarcimento: con un po’ di fortuna se ne potevano cavare oltre centomila euro! Se n’era completamente dimenticato: e non aveva scampo!
Andò e tornò che erano ormai quasi le 13.00: ora di pranzo.
Intravide purtuttavia tre, quattro persone che attendevano sedute in sala d’aspetto. Ansimando, si sprangò in ufficio, sedette alla scrivania, prese il foglio e continuò: “…SPARARE AL PERCORSO DI CACCIA E ALLE ELICHE, ADESSO CHE PURTROPPO NON SI PUO’ PIU’ TIRARE AL PICCIONE NEL NOSTRO PAESE. TUTTAVIA, LE CONFIDERO’ CHE MI DILETTO ANCHE A SCRIVERE QUALCHE POVERA COSA DI ARGOMENTO TIRAVOLISTICO O VENATORIO…”
Il segretario ancora sulla porta. Lui lo investì selvaggiamente.
“L’hai capita o no che non posso ricevere nessuno?”
“Ma c’è l’Is…”
“Nessuno, nessunooo!” urlò imbestialito.
“L’Ispettore della Finanza che dice di avere un appuntamento.”
Sentì le forze abbandonarlo. Mandare indietro l’Alto Funzionario sarebbe stato una specie di suicidio, la rovina. Ricevette l’Ispettore. Sono le 14.10.
Di là c’è l’ingegner Gruber venuto appositamente da Zurigo. E l’avvocato Lozupone per la causa con i magazzinieri di Amsterdam e la donna che aspetta che lui lasci fisicamente l’ufficio per farvi le pulizie.
“…E MI FAREBBE PIACERE SOTTOPORRE ALLA SUA CORTESE ATTENZIONE QUALCHE MIO BRANO” scrisse con il furore del naufrago su cui si abbatte il tifone.
Il telefono: “Qui il commendator Ciafrone del Ministero per il Commercio Estero.”
Il telefono: “Qui il Segretario del Consorzio delle Confederazioni.”
“…AFFINCHE’ LEI GIUDICHI E STABILISCA SE POSSO AMBIRE A…”
Il segretario Vespunti sulla porta che annuncia il dr. Forchettoni, vice – Prefetto.
“…COLLABORARE GRATUITAMENTE CON IL SITO DA LEI GESTITO CON TANTA COMPETENZA…”
Il telefono: “dr. Clerici? Prego: le passo il Capo di Stato Maggiore Generale…”
Il telefono: “Pronto? Qui il Segretario Particolare di Sua Eminenza il Cardinale…”
“…PER VEDERE MAGARI PUBBLICATI ON-LINE ALCUNI MIEI RACCONTI BREVI CHE NEL TEMPO HO MESSO DA PARTE, PUR SENZA NESSUNA VELLEITA’….” scrive febbricitante con l’ultimo fiato.
Drin, drin il telefono: “Qui il Primo Presidente della Corte d’Appello…”
“Pronto, pronto!”
“Qui il Consiglio Supremo: le passo il Senatore Errante…”
“Pronto, pronto!”
“Qui il Primo Aiutante di Campo di Sua Maestà l’Imperatore…”
Travolto, trascinato via dai flutti!
Quanto durò il turbine? Ore, giorni, mesi, millenni?
Al calar della notte Paolo Clerici si ritrovò da solo, finalmente.
Ma prima di lasciare lo studio cercò di mettere un po’ d’ordine nella montagna di protocolli, pratiche, resoconti, progetti accumulatasi sulla scrivania. Sotto l’immensa pila, trovò un foglio di carta senza intestazione, scritto a mano. Riconobbe i propri segni e, incuriosito, lesse.
“EGREGIO GESTORE…”
“Che proposta patetica… Chissà quando mai l’ho scritta?” si chiese, cercando invano nei ricordi, con un senso di fastidio e di smarrimento e si passò una mano fra i capelli, ormai grigi.
“Ma se sono più di vent’anni che non vado a sparare! E poi, chi era questo Gestore del sito iltiro.com ?”